Per noi comunisti la passione non è finita. Ma per gli altri? Non voglio dar giudizi e mettere il piede in casa altrui, ma i fatti ci sono e sono sotto gli occhi di tutti. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non sono più organizzatori del popolo, formazioni che ne promuovono la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un “boss” e dei “sotto-boss”. La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e di luoghi. Per la DC: Bisaglia in Veneto, Gava in Campania, Lattanzio in Puglia, Andreotti nel Lazio, De Mita ad Avellino, Gaspari in Abruzzo, Forlani nelle Marche e così via. Ma per i socialisti, più o meno, è lo stesso e per i socialdemocratici peggio ancora…
Quanto ci manchi Enrico
1 commento:
Chiedo venia a tutti i compagni entusiasti per Don Enrico, in primo luogo a Tonino, ma Berlinguer non mi è mai piaciuto, innanzitutto per quella sua origine aristicratica da famiglia massonica sarda di proprietari terrieri, poi perchè circondato, anche nei tempi migliori, da vetero-stalinisti, come Natta, Pajetta- personaggio odiosissimo- e Longo. Me lo rende meno antipatico il fatto che a Sofia il KGB avesse organizzato un falso incidente, investendo la sua auto con un pesante mezzo militare. Ma non è stato sufficiente, almeno per me.
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