venerdì 17 giugno 2011

Aspettando Pontida-nuova vergogna del Governo

E si che il ministro Calderoli all'indomani del Referendum su acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento, che ha visto il Governo incassare la più sonora delle sconfitte, aveva dichiarato di non essere più disposto a prendere "sberle", allora Berlusconi e Maroni sono corsi subito ai ripari, prendendo a "sberle" questa volta i cosiddetti "clandestini" (poveri Cristi scappati dalla guerra in Libia) con un ultimo atto davvero vergognoso, approvando in fretta e furia un decreto legge che prevede il rimpatrio coatto e il trattenimento forzato nei centri di "accoglienza" (veri lager stando ai rapporti di Amnesty International) per un periodo di 18 mesi invece dei 6 mesi previsti fino a ieri, giustificando il fatto che tanto tempo occorre per l'identificazione delle persone.
La Lega Nord incassa cosi un primo risultato in vista dell'incontro di Pontida previsto per domenica prossima, per calmare gli animi dei facinorosi leghisti che si sentono traditi da una dirigenza sempre più vicina ai comportamenti della cosiddetta "Roma Ladrona".
Berlusconi che dal canto suo non fa mai nulla per nulla, come contropartita porta a casa il decreto che prevede l'istituzione della zona franca di Lampedusa, dando cosi ulteriore valore al suo recente acquisto di una villa  nell'isola.
Siamo alle solite, il Governo è alle prese con problemi di maggioranza, questa volta da parte della Lega, e a farne le spese sono sempre le persone inermi.
Un problema cosi grande come quello dei clandestini arrivati ultimamente per la  guerra in Libia e la situazione esplosiva in tutto il Nord Africa, non può essere gestito con tanta faciloneria ne tantomeno deve essere oggetto di scambio delle beghe interne della maggioranza, ma va invece affrontato con la massima serietà pertendo dal presupposto che l'Italia ha il dovere morale, nonchè costituzionale di offrire solidarietà e ospitalità a chi sta peggio di noi e col cuore aperto ci chiede di tendere la mano.
Il popolo italiano si è sempre distinto nelle gare di solidarietà internazionali e per colpa di quattro loschi individui che pensano solo ed esclusivamente ai loro interessi di bottega, oggi rischia di fare una meschina figura nei confronti di tutta la comunità internazionale. L'Italia non merita questo e neanche le persone arrivate in Italia meritano di essere trattati alla stregua di volgari criminali, ne di essere sbattuti in centri di raccolta che somigliano più a dei campi di concentramento che a dei posti di vera accoglienza.
Al Governo e ai suoi vergognosi e infami decreti, occorre opporsi con la massima decisione, mettendo in atto tutte le preache legali per impedire il protrarsi di questa situazione, per questo chiediamo in primo luogo al Presidente Naplitano di non controfirmare i decreti in virtù del principio costituzionale che prevede il dovere di ospitalità e solidarietà nei confronti dei popoli.
Tonino Ditaranto

3 commenti:

Ambrogio ha detto...

Tonino, tu anche a Sodoma e Gomorra avresti attribuito la colpa di ogni male a tre o quattro individui.

Franco Bifani ha detto...

Ambrogio, ti assicuro che era proprio così; c'ero anch'io, allora, ed ero uno della Banda dei Quattro.

Franco Bifani ha detto...

Immagino già la pornoscenografia del raduno, i costumi indossati da certi puri e duri della Lega, con elmi cornuti, loro e chi li indossa, spadoni medioevali, centinaia o migliaia di verde-vestiti, tanti ramarri e lucertoloni sui prati di Pontida, a sventolare bandierone con il Sole delle Alpi e la Luna delle Prealpi. E poi i discorsi raffinati, sapienti e ricchi di cultura locale ed internazionale, di Salvini, Calderoli, Borghezio, Speroni. E poi via tutti, a mangiare cassoeula bisunta, polenta taragna asciugata con formaggio dell'Alpe, polenta e osèi, bruscìtt agliati e cipollati, innaffiati da sassella ed Inferno e da stivaloni di birra furlana. E poi, la sera, distesi sull'erba, verde pure lei, ça va sans dire, emissione libera, a gara, di peti e flatulenze post-birraiole. Di là si leverà, sottile nella bruma serale, una fine e fitta nebbiolina odorosa, pronta a ridiscendere sui clivi e sui colli,ove olezzano, tepide e molli, l'aure dolci dei residui gastronomici del suolo fatal, alpino, prealpino e padano. Amen!