venerdì 17 giugno 2011

Meglio perdere....


Io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati.
Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù.

(Pier Paolo Pasolini)







7 commenti:

Elena ha detto...

INVICTUS


Dal profondo della notte che mi avvolge

buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,

ringrazio gli dei chiunque essi siano

per l'indomabile anima mia.



Nella feroce morsa delle circostanze

non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia.

Sotto i colpi d’ascia della sorte

il mio capo è sanguinante, ma indomito.



Oltre questo luogo di collera e lacrime

incombe ma l’orrore delle ombre

e ancora la minaccia degli anni

mi trova, e mi troverà, senza paura.



Non importa quanto sia stretta la porta,

quanto piena di castighi la vita.

Son Io il signore del mio destino.

Son Io il capitano dell'anima mia.

(William Ernest Henley)

Anonimo ha detto...

L'elogio della sconfitta in fondo in fondo è banale. Pasolini pecca di moralismo (giustificatorio e consolatorio) per troppo narcisismo innato.
Considerarsi sconfitti è già riconoscere che si è giocato secondo le comuni regole e poi si fa finta di non condividerle.
Questo è un modo per arrivare a settantanni e sentirsi veramente sconfitti in tutti sensi (se si ha il tempo per arrivarvi - "io ce l'ebbi" per dirla alla Totò).
Ambrogio

Franco Bifani ha detto...

Ambrogio, allora, per dirla con Totò, ancora: "Sconfitti si nasce, ed io lo nacqui!" Basta nascere in una famiglia, come la mia, che non si è mai tesserata per nessun partito; era cattolica, ma non talebana, ciellina o frequentatrice di oratorii, parrocchie e segreterie di vescovadi. Lo stesso esempio abbiamo seguito noi; io ed i miei fratelli e familiari varii non siamo immanicati ed ammanigliati con niente e nessuno. Quel poco che ci siamo conquistati, molto poco, è frutto della nostra fatica, del nostro impegno e della nostra onorabilità, senza che mai nessuno, né da destra, né da sinistra, e nemmeno da qualche parrocchia, ci allungasse una mano per un aiuto, mai, in nessuna occasione. Non eravamo persone cui potere richiedere favori in contraccambio, quindi, sul piano del clientelismo, eravamo e restiamo delle nullità.

Anonimo ha detto...

"La vincenza è gustosa, la perdenza è disgustosa" questo il motto inventato da mia figlia all'età di cinque anni o giù di lì.......e come non darle ragione, a chi non piace vincere. Peccato che nei giochi della vita raramente ci si affronta ad armi pari; spesso le regole sono di parte e anche quando sono imparziali c'è sempre qualcuno che parte avvantaggiato, chi bara, chi gioca sporco in barba a chi, nel rispetto delle regole, magari è incappato anche in qualche contrattempo e resta inesorabilmente indietro; oppure, come dice il Sig. Franco, basta nascere in una famiglia dove è già una vittoria riuscire a sopravvivere dignitosamente.....E meno male che conserviamo ancora la capacità di autoconsolarci, altrimenti il mondo sarebbe pieno di depressi e di suicidi, anche se devo dire che siamo già sulla buona strada, a forza di sorbirci in ogni salsa e in ogni dove, il messaggio secondo cui nel mondo c'è posto solo per chi sa costruirsi un'immagine vincente e di conseguenza tutti gli altri sono una nullità.
E' anche vero comunque, che c'è chi si identifica in un'immagine da vittima predestinata solo per sfuggire alle proprie responsabilità, salvo poi accusare gli altri di scorrettezza nei suoi riguardi, ma questo è un altro discorso.
Maria Panico

Franco Bifani ha detto...

Grazie, Maria, spero di conoscerti presto, con l'intercessione di Tonino, brutto sudista komunista ed anche lucano di Mond, come te, quando da Torino scenderai qui da noi, mezzi terroni di Fidenza. Il mio pessimismo è di tipo alfieriano, se vuoi anche leopardiano, cioè non mi ha mai portato a smettere di lottare contro i mulini a vento e chi li muove. Per questo rispetto e stimo tanto Tonino, che non cede mai le armi; lui, come me, si spezza, ma non si piega.

Anonimo ha detto...

Caro Franco,
spero anch'io di conoscerti presto, anzi invito ufficialmente a pranzo te e Tonino e chi di voi vuole aggregarsi. Per l'occasione, se non sei mai stato a Torino, mi propongo come Cicerone...portati un paio di scarpe comode, perchè con me si cammina!
Anch'io mi sento molto leopardiana e, pur sapendo che certi ideali non si realizzeranno mai so anche che è importante continuare a crederci, per essi lottare e trasmetterne il valore ai nostri figli affinchè continuino a vivere con loro, coltivando la segreta speranza che, chissà, magari loro riusciranno dove noi non siamo riusciti.
Vi aspetto e, se posso permettermi, ti abbraccio.

Maria

Anonimo ha detto...

Io sono un uomo a cui piace partecipare e vincere con onestà e lealtà; non mi abbatto per la sconfitta, non inneggio alla disfatta nè godo per le mie sventure.
Basta con le umiliazioni e il pessimismo...c'è necessità di lotta, di azione, non di autocommiserazione!!