venerdì 25 gennaio 2013

Da un'intercettazione effettuata nell'ambito dell'inchiesta "Slot machine"che ha portato all'esecuzione di 29 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di beni per oltre 90 milioni di Euro nei confronti degli appartenenti a un'associazione a delinquere capeggiata da Nicola Femia, , un boss della 'ndrangheta che dalla provincia di Ravenna dirigeva sul territorio nazionale ed estero - anche grazie a vere e proprie estorsioni - un'intensa attività illecita nel settore del gioco online illegale e delle videoslot manomesse, è spuntata fuori anche una minaccia di morte esplicita ("Spariamo in bocca a Tizian") nei confronti di Giovanni Tizian, giornalista della Gazzetta di Modena e collaboratore di Repubblica e del gruppo l'Espresso, già messo sotto scorta per motivi di sicurezza legati al suo giornalismo antimafia. Il nome di Tizian è emerso dalla telefonata fra il presunto capo della banda, Femia, e l'imprenditore Guido Torello, con il boss della 'ndrangheta insofferente rispetto agli articoli che Tizian aveva cominciato a scrivere sul quotidiano modenese evidenziando i legami di Femia con la criminalità organizzata calabrese. "Che dire, grazie per la vicinanza e la solidarietà", ha scritto Tizian su Facebook con un post di risposta alla valanga di messaggi di solidarietà che gli sono arrivati da tutta Italia. Solidarietà al giornalista minacciato è stata espresse su Twitter dal leader di Sel Nichi Vendola, dal presidente dell'Idv Antonio Di Pietro e dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Il leader di Rivoluzione civile Antonio Ingroia ha espresso piena solidarietà a Giovanni Tizian, così come il presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, dalla presidente dell'Assemblea Legislativa della regione Emilia-Romagna e dal Presidente della Provincia di Modena. Si sono accodati il sindaco di Modena, di Reggio Emilia-Romagna ed il presidente nazionale dell'ARCI. Io però sono piuttosto scettico circa tutto questo sproloquio di solidarietà ambigua e pelosa nei confronti del giornalista, solo e soltanto quando è uscito il testo dell'intercettazione. Ma prima, non si sapeva che Tizian era minacciato, perché da anni pubblicava articoli sulle infiltrazioni mafiose in Emilia-Romagna? E che cosa mai, coloro che ora si profondono, ora, in una gara di vicinanza etica e politica con Tizian, che mai metteranno poi in atto, per proteggerlo e per snidare altri criminali dai loro buchi neri e maleodoranti di morte e di putridume morale? Tra il dire e il fare c'è di mezzo non tanto il mare, quanto un oceano. A parlare e a produrre aria fritta e bolle di sapone, sono capaci tutti; quando poi si tratta di contrastare le mafie, tutti iniziano a ritirarsi, in buon ordine. Tengono tutti famiglia... Franco Bifani

Nessun commento: