venerdì 25 gennaio 2013

SENZA PUDORE


A te verranno a frotte;
 con parole dai suoni angelici,
belli si renderanno al tuo vedere,
con camice nuove di seta e ingessati abiti di velluto.
Ti faranno la corte;
sublimi discorsi su futuri radiosi
imbastiranno per rendere gioviali
ai tuoi occhi le loro rinate magnificenze.
Tesseranno lodi e si prostreranno  ai tuoi piedi;
per un attimo ti faranno credere di essere un Dio.
Quando chiederai loro conto di dove erano
Il giorno in cui non potevi comprare il latte a tuo figlio
col  volto dispiaciuto ti diranno che essi non c’erano,
altri si erano macchiati di una si tale infamia;
e quando chiederai  conto del loro silenzio
il giorno in cui ti buttarono fuori dalla fabbrica
sbattendoti per strada senza più un lavoro
ti sarà risposto che nulla poterono perché altri….!
Altri, sempre altri;
mai una volta accetteranno le colpe
dell’infamia cui si sono macchiati.
Avidi come sempre e senza pudore
dai loro colpevoli occhi faranno sgorgare
finte lacrime di pentimento.
Pentimento falso e false lacrime
come quelle dell’Aquila;
come quelle della  Ministro
il giorno in cui firmava la condanna di tanti
ad un destino senza futuro.
Attento a te uomo dalle piaghe sulla schiena,
non lasciarti ancora incantare da abili suonatori di piffero;
molte volte lo hai fatto e ogni volta
 sei stato risucchiato dalla dolce melodia.
Fatti Ulisse per una volta,  prepara i tuoi tappi di cera;
Lascia che la nave passi indenne dal lido delle sirene,
solo cosi potrai vedere la loro bramosia
ardere insieme alla rabbia.

Tonino Ditaranto

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